Dipendenti pubblici, arriva una bellissima notizia sulle pensioni: cosa ha deciso la Corte Costituzionale

Arriva una bellissima notizia per i dipendenti pubblici per quanto riguarda le pensioni. Ecco di cosa si tratta.

La Corte Costituzionale ha di recente preso una decisione importante sul tema delle pensioni, che potrebbe coinvolgere un gran numero di dipendenti del settore pubblico. Ma di cosa si tratta? Scopriamolo assieme!

Pensione dipendenti pubblici, grande novità: la sentenza della Corte Costituzionale
Pensioni, importanti novità in arrivo per i dipendenti pubblici (cesenamio.it)

Il lavoro nobilita l’uomo. Proprio grazie all’attività lavorativa, d’altronde, riusciamo ad attingere ai soldi di cui tutti quanti abbiamo bisogno per pagare i vari beni e servizi in grado di soddisfare le nostre esigenze personali.

Tuttavia non si può negare il fatto che spesso si riveli essere fonte di stress. A partire dalle scadenze da rispettare fino ad arrivare alle richieste più disparate, sono davvero molte le cose da gestire e affrontare. Non stupisce, quindi, che il desiderio comune sia quello di poter andare finalmente in pensione, per poter staccare la spina e trascorrere dei momenti di meritata tranquillità.

Dipendenti pubblici, arriva una bellissima notizia sulle pensioni: cosa ha deciso la Corte Costituzionale

Purtroppo anche la vita da pensionato non è tutta rose e fiori. Soprattutto coloro che percepiscono dei trattamenti pensionistici particolarmente esigui, si ritrovano a tirare sempre la cinghia per arrivare alla fine del mese. Proprio su un tema particolarmente discusso e delicato come quelle delle pensioni giungono finalmente delle ottime notizie.

Pensione dipendenti pubblici, grande novità: la sentenza della Corte Costituzionale
Pensioni, buone notizie in arrivo per i dipendenti pubblici (cesenamio.it)

Attraverso una recente sentenza, infatti, la Corte Costituzionale ha riconosciuto ai dipendenti pubblici il diritto di vedersi riconoscere 34 anni di anzianità arretrati sulla retribuzione. Entrando nei dettagli la Corte ha dichiarato illegittimo l’articolo 51, comma 3, della legge numero 388 del 2000 nelle parte in cui andava ad escludere le maggiorazioni alla R.I.A., ovvero la Retribuzione Individuale di Anzianità, per il periodo che va dal 1991 al 1993. Tale misura era stata quindi riservata solo a coloro che avevano maturato i requisiti fino al 1990. Una decisione che di recente è stata, appunto, contestata dalla Corte Costituzionale. In particolare quest’ultima si è basata sul principio di irretroattività delle leggi.

Ma non solo, ha sottolineato come il legislatore non possa risolvere, tramite legge, determinate controversie, rischiando così di provocare uno sbilanciamento tra le diversi parti coinvolte. Ne consegue che, secondo la Corte Costituzionale, le maggiorazioni R.I.A. debbano essere riconosciute a tutti coloro che hanno maturato tale diritto fino al 1993 e non solo fino al 1990. Una decisione che dovrebbe portare al ricalcolo delle retribuzioni, dei contributi e di conseguenza permettere ai soggetti interessati di ottenere un trattamento pensionistico più alto.  Al momento, comunque, non è dato sapere come verrà recepita tale sentenza. Non resta altro che attendere e vedere quali procedure dover seguire per farsi riconoscere gli arretrati.

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