CESENA MIO SUPERCUP – Poche occasioni nel match tra due grandi squadre, deciso da un singolo episodio a metà secondo tempo: il Cesena 1981/82 è in finale
Si sa, il calcio non è solo bravura, ma un insieme di fattori, fra cui la fortuna ha sempre un peso importante. E dopo questa seconda semifinale di Cesena Mio Supercup, il Cesena 2010/11 ne sa certamente qualcosa in più, condannato alla sconfitta dall’unico tiro in porta subìto, per di più un “quasi” un autogol. Tuttavia, seppur fortunosa, la vittoria del Cesena 1981/82 è comunque meritata perché la squadra ha saputo gestire meglio la tensione per riuscire a venire a capo di una sfida equilibrata, bloccata e nervosa. La corsa a perdifiato di Lucchi sotto la pioggia, al fischio finale, è l’immagine di una liberazione e lo specchio di un’impresa, mentre poco può rimproverarsi Ficcadenti, che ha fatto tutto il possibile, ma è stato condannato da un episodio.
Cesena 1981/82
1-0
Cesena 2010/11
(Piraccini)
Non troppo fortunato nemmeno nel prepartita il tecnico del record di punti in Serie A, che ha dovuto fare i conti con l’assenza di alcuni dei suoi elementi migliori ed ha perso la disponibilità di Nagatomo, Lauro e Schelotto. Senza il “Galgo” sulla fascia destra, il tecnico avrebbe potuto alzare Ceccarelli sulla linea di centrocampo ed inserire Benalouane, ma ha preferito invece non snaturare troppo la sua difesa, vista la contemporanea assenza anche del terzino sinistro titolare, ed ha quindi optato per Sammarco nell’inedito ruolo di esterno di centrocampo, con Giaccherini sull’altra fascia e la cerniera mediana composta da Parolo e Colucci, con Caserta pronto a subentrare. Lo schieramento è completato dal portiere Antonioli, dai centrali difensivi Von Bergen e Pellegrino e dal mago Jimenez in appoggio a Bogdani in avanti. E’ invece confermato l’undici di partenza già proposto dal binomio Fabbri-Lucchi in occasione del quarto di finale dominato contro il Cesena della rinascita, con la punta di diamante Schachner e l’altrettanto temibile Garlini a comporre un attacco da favola, innestato in una formazione completa in ogni reparto.
La pioggia battente rende difficoltoso il palleggio e l’importanza della posta in palio fa il resto. Ne viene fuori una partita molto bloccata e poco spettacolare. Pochi quindi gli spunti di cronaca, visto che i mediani (Colucci e Parolo da una parte, Piraccini dall’altra) sono gli uomini più in evidenza in questa battaglia a centrocampo. A metà del primo tempo, l’arbitro e l’assistente pescano Schachner in fuorigioco (segnalazione giusta), vanificando la bella conclusione a rete sul lancio in profondità di Genzano ad innescare la volata dell’austriaco. Come dimostra questa situazione, con la palla che ristagna a centrocampo, il bomber è sempre un ottimo punto di riferimento per i compagni, che quindi si appoggiano costantemente a lui per verticalizzare l’azione, sfruttando talvolta le sponde ed i movimenti di Garlini, il partner ideale per Walter-gol. Nulla da segnalare invece sull’altra sponda, visto che Jimenez è molto ben ingabbiato dalla difesa e Bogdani non riceve palle giocabili con Giaccherini che si preoccupa più della fase difensiva che non di trovare varchi in avanti.
Il copione non cambia nella ripresa. I bianconeri di Lucchi continuano a fare la partita, ma faticano dannatamente a trovare varchi nella difesa avversaria, però hanno la pazienza di aspettare il momento giusto, senza sbilanciarsi troppo. Il Cesena 2010/11 invece si dimentica di tornare in campo dopo l’intervallo: la squadra di Ficcadenti, dopo aver disputato un discreto primo tempo se non altro in fase difensiva, si appoggia ora a Parolo, Giaccherini e Jimenez per provare qualche ripartenza, ma pian piano si spegne alla distanza. Sicuramente il quarto di finale ha lasciato il segno, visto che per venire a capo del Cesena 1989/90 sono serviti 120 minuti di battaglia ed i calci di rigore ed ora, con il campo pesante, la stanchezza si fa sentire, mentre è stato tutto estremamente facile per gli avversari contro il Cesena 2018/19.
Lucchi rinfresca il centrocampo con l’innesto di Gabriele al posto di Genzano e prova una sorta di tridente d’attacco, spostando in avanti il raggio d’azione di Lucchi. Ficcadenti annusa il pericolo e smonta la prima linea: entra Caserta per Giaccherini, con una linea di centrocampo ora composta da quattro mediani puri per provare a fare diga davanti alla difesa, mentre l’innesto del più rapido Malonga al posto di Bogdani cerca di rendere più pericolosa in contropiede la sua squadra. Detto e fatto, il franco-congolese si procura subito una doppia chance: prima spara un diagonale velenoso che passa ad una spanna dal palo alla destra di Recchi, poi colpisce al volo all’altezza del dischetto del rigore, ma Recchi, che non ha visto partire il pallone, recupera con un colpo di reni e devia in angolo la miglior occasione da gol di tutto il match. La partita dunque non si sblocca e le squadre si trovano a soffrire nel perfetto equilibrio. Al 65’ l’incursione di Sammarco da destra è risolta con grinta e classe da Ceccarelli e poco dopo la partita si decide. Filippi cavalca sulla destra e si beve Santon, assist per Garlini che arriva da dietro e spara a colpo sicuro, ma Antonioli devia da campione in calcio d’angolo. Sulla battuta di Lucchi tutti si aspettano la parabola, ma il fantasista appoggia corto per Filippi che da posizione più centrale mette un bellissimo cross a centro area sul quale Garlini, ben contrastato da Von Bergen, tenta la deviazione di testa: ne esce un assist involontario per Piraccini che arriva di gran carriera e colpisce al volo di destro. Il tiro è molto forte, tuttavia Antonioli sembra in traiettoria e non avrebbe difficoltà a parare, ma la sfera sbatte contro la spalla di Santon e si impenna cambiando direzione, ingannando così il portiere e finendo per insaccarsi sotto la traversa con Antonioli e Pellegrino che si guardano sconsolati.
Il Cesena 1981/82 ha dimostrato di avere la forza per restare in partita tutti i novanta minuti, anche quando il vento non spira dalla parte giusta. Il Cesena 2010/11 è squadra di forte personalità, lotta e tenta di recuperare, ma oggi non va. Il tempo passa e continua a piovere, con il campo che diventa sempre più pesante. Poi i tre fischi: il Cesena 1981/82 è in finale dopo tanta sofferenza.

Come detto in apertura, la vittoria è immortalata dalla corsa a perdifiato dei tecnici sotto la pioggia per abbracciare i propri ragazzi. Le emozioni che sono mancate in campo arrivano nel terzo tempo: tutti i protagonisti della partita si prendono per mano e costruiscono un grande abbraccio alla Curva Mare, pronta ad acclamare e ringraziare i suoi beniamini. Queste sì, sono emozioni bianconere!
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