BIANCONERO VINTAGE – Un Cesena in tono minore prima crea, poi distrugge: solo 0-0 contro la Lazio. Piomba il buio sulle speranze salvezza
Domenica 30 gennaio 1977 si gioca la 14^ giornata del campionato di Serie A. Dopo la grande vittoria in trasferta contro il Foggia, il Cesena finalmente gioca in casa, alla Fiorita, contro una nobile decaduta, la Lazio. Purtroppo, a tenere banco nei giorni che precedono l’incontro, è la cronaca con due lutti. Lutto per il Cesena, poiché muore Nello Manuzzi, fratello del Presidente. Lutto nella Lazio, con la tragica morte del calciatore Luciano Re Cecconi, avvenuta a Roma in circostanze davvero incredibili, pare per uno scherzo finito male, una finta rapina ad un gioielliere, che estrae la pistola e lo uccide. I giocatori delle due squadre porteranno dunque il lutto al braccio e all’inizio dell’incontro l’arbitro farà osservare aun minuto di raccoglimento per onorarne la memoria.
Le formazioni
La Lazio di mister Luis Vinicio è quinta in classifica, ma è sommersa dalle critiche, anche per l’ultimo deludente pareggio in casa contro il Verona: la squadra del tricolore, di Maestrelli e di Chinaglia è solo un vago ricordo. Nella rosa ci sono ancora tanti nomi della grande impresa, ma la ricostruzione è difficile. La tragica vicenda di Re Cecconi ha scosso l’ambiente e sicuramente non sarà facile sostituirlo nell’immediato: per il momento, al suo posto, è pronto il giovane Agostinelli. Il calcio italiano ha perso un grande campione! Tanta la curiosità anche per il ritorno dell’ex Ammoniaci, che ha lasciato a Cesena e le sue radici, ma è rimasto nel cuore dei tifosi romagnoli. Questa la formazione scelta da mister Vinicio: Pulici, Ammoniaci, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, D’Amico, Badiani, A disposizione: Garella, Ghedin e Viola, che entrerà al 55’ al posto di Agostinelli.
Il Cesena è pronto per una nuova battaglia e Ferrario utilizza il vecchio adagio: “squadra che vince non si cambia!”. Della precedente formazione sostituisce il solo Zaniboni con Cera e l’infortunato Macchi con Bonci. Neri e Ferrario devono muovere la classifica e preparano la partita contro la Lazio nei minimi particolari, soprattutto gli schemi difensivi, ed invitano la squadra a non sottovalutare l’attacco biancoceleste, che rimane di prim’ordine. Accolta da una grande ovazione, questa la formazione che scende in campo alla Fiorita: 1 Boranga, 2 Benedetti, 3 Ceccarelli, 4 Piangerelli, 5 Oddi, 6 Cera, 7 Beatrice, 8 Valentini, 9 De Ponti, 10 Rognoni, 11 Bonci. A disposizione: 12 Bardin, 13 Bittolo, che entrerà al 62′ al posto di Rognoni, 14 Palese.
La partita
Giornata di sole con temperatura primaverile; il terreno della Fiorita è in buone condizioni. Arbitra il sig. Agnolin di Bassano del Grappa. Le squadre scendono in campo con le divise classiche: il Cesena in maglia bianca a bordi neri, abbinata a pantaloncini neri; la Lazio in maglia azzurra, abbinata a pantaloncini blu.
Il Cesena inizia bene e va subito vicino al gol: palla da Beatrice a Valentini, il cui tiro si perde sul fond, di poco a lato. Poi però, fino al 33’, la partita non offre grande emozioni, le squadre si studiano, assestano le marcature e giochicchiano a metà campo. Poi un sussulto, l’arbitro Agnolin accorda una punizione al Cesena: i bianconeri la battono furbescamente ed il pallone giunge a Bonci che riesce a scavalcare il portiere Felice Pulici in uscita, ma la palla scavalca anche la traversa. Si va al riposo a reti inviolate.
Nella ripresa il Cesena sembra più determinato ed affonda con decisione, raccogliendo due angoli di seguito. In uno di questi, Bonci gira di testa sopra la traversa. Poi al 54’, nel momento migliore del Cesena, Piangerelli imbastisce una buona azione e serve Beatrice sul cui traversone il portiere Pulici anticipa Bonci. Al 56′ l’occasione migliore per il Cesena, con la sfera che batte sul palo: Ceccarelli scende sulla sinistra, manda un diagonale verso la porta laziale, la palla viene mancata dalla difesa e finisce sulla riga di porta, dove Manfredonia ribatte mandandola su Bonci che cerca di correggere la traiettoria, ma riesce solo a mandare il pallone a sbattere sul palo destro di Pulici, prima che la difesa laziale liberi. Dagli spalti si alzano fischi di disapprovazione: un gol simile era più difficile sbagliarlo che realizzarlo…
Cala il ritmo e viene fuori la Lazio ed il Cesena rischia grosso al 58′. D’Amico si lancia sulla fascia, con un elegante dribbling evita Benedetti che non riesce nemmeno a fermarlo con le mani, poi supera anche Oddi, che non può evitare il fallo: l’arbitro Agnolin indica il dischetto. Si scatenano le proteste dei bianconeri. Nel dopo partita, la moviola chiarirà che il fallo di Oddi è avvenuto fuori dell’area di rigore. Gli spalti sono una bolgia incredibile e si accende anche una mischia furiosa fra i tifosi delle opposte fazioni. Dopo un lungo comizio in campo e dopo che sugli spalti è ritornata la calma, D’Amico e Boranga sono uno contro l’altro: rincorsa lunga di D’Amico, ma astutamente parte anche il portiere e quando la punta laziale tocca il pallone, il portiere è già al limite dell’area piccola. Il tiro è fiacco alla sinistra di Boranga, che è bravo ad intuire e a deviare lateralmente. Agnolin viene circondato dalle proteste dei laziali, ma preferisce non infierire e non fa ripetere un rigore la cui esecuzione non è parsa affatto regolare.
Dopo lo scampato pericolo, una tegola per il Cesena, l’incidente a Rognoni occorso al 62′: il subentrato Viola entra deciso e colpisce alla caviglia il fantasista romagnolo, che cade a terra dolorante. L’arbitro fischia la punizione a favore del Cesena, ma capitan Cera e compagni chiedono l’espulsione del laziale. Protesta anche Rognoni con ampi gesti di disapprovazione e Agnolin lo ammonisce. Rognoni accusa una profonda lacerazione alla gamba sinistra e non può continuare, sostituito da Bittolo; verrà poi trasportato all’ospedale, dove dovranno applicargli ben 25 punti di sutura. La partita prosegue nervosa, nella confusione assoluta fuori e dentro il campo, visto che nessuna delle due squadre vuole perdere. Al 80’ De Ponti si libera bene, entra in area e viene messo giù da Badiani: sarebbe rigore sacrosanto, ma Agnolin dice no ed invita i giocatori a proseguire… Si arriva così fino alla conclusione senza pericoli. Il Cesena effettua qualche tentativo, ma senza convinzione, troppo poco per battere Wilson e compagni.
Il commento
La Lazio è stata più o meno come il Cesena, difesa attenta e precisa nei terzini Ammoniaci e Martini, con un impeccabile Wilson; il solo D’Amico non è riuscito a fare breccia nell’organizzata difesa del Cesena. Adesso sfogliare la margherita o consultare i maghi per sapere se il Cesena si salverà non serve proprio a nulla… La difesa c’è, il centrocampo così così, l’attacco proprio no! Il Cesena ha pareggiato per meriti ed anche demeriti propri. I meriti sono attribuibili ai difensori, che hanno messo il bavaglio agli attaccanti laziali; i demeriti attribuibili a tutti gli altri. Centrocampo ed attacco non hanno funzionato, un passo indietro rispetto alla vittoriosa prestazione di Foggia.
Nel dopo partita, mister Neri ai microfoni dichiara sconsolato: “Oggi bisognava vincere, ma abbiamo giocato a sprazzi e ci è mancata la continuità. D’altronde non si poteva pretendere che la squadra giocasse l’intera partita con il ritmo iniziale. La Lazio non mi è parsa in crisi ed in difesa ha giocato pressoché alla perfezione, forse, così come a noi, manca un po’ in attacco”.
Il Cesena sperava nei due punti per risalire ulteriormente la china ed approfittare del fattore campo. Ora due trasferte consecutive attendono i bianconeri, a partire da domenica con Milan-Cesena… ed ho detto tutto!
Andrea Santi, scrittore e blogger, nonché “memoria storica” di Cesena Mio, continua ad emozionarci con il racconto della stagione bianconera 1976/77. Chi si fosse perso i precedenti racconti, visiti la sezione Bianconero Vintage.